Disturbi d’ansia
L’ansia è uno stato emotivo anticipatorio di un pericolo futuro, che può essere interno o esterno ed è caratterizzata da apprensione, preoccupazione e tensione (Gragnani e Mancini, 2008).
Quando non raggiunge livelli clinicamente significativi lo stato ansioso può mobilitare anche risorse funzionali infatti ottimizza le capacità di risposta al pericolo e favorisce la capacità di ricordare.
L’ansia si definisce patologica quando si attiva in presenza di uno stimolo solitamente non elicitante risposte di paura (detto stimolo neutro) e quando la sua intensità non ci permette di rispondere in modo adattivo alla minaccia (reale o temuta) pur sapendo razionalmente quali strategie mettere in atto per farvi fronte.

Sebbene siano codificate negli stessi circuiti cerebrali, l’ansia è diversa dalla paura, infatti quest’ultima è una risposta semplice ed automatica che si attiva in presenza di una minaccia reale ed imminente a differenza dell’ansia che è un’emozione più complessa e più strutturata che coinvolge la sfera emotiva, cognitiva e comportamentale e solitamente ha anche una connotazione più orientata al futuro.
Ancora un’altra cosa è il panico, uno stato emotivo in cui avviene una totale disregolazione dell’arousal corporeo e in cui la minaccia non è soltanto percepita ma si sta verificando qui ed ora e la persona non ha solo paura di viverla ma la sta vivendo “adesso” e non c’è una connotazione rispetto al futuro.
Infine l’ansia è diversa dalla fobia, una paura marcata e persistente verso uno specifico elemento, sproporzionata rispetto allo stimolo fobico individuato e limitante poiché spesso induce comportamenti di evitamento di tutte quelle situazioni in cui c’è probabilità (anche remota) di imbattersi con l’oggetto fobico individuato.
Il DSM V definisce i disturbi d’ansia come un insieme di sindromi caratterizzate da uno stato d’attivazione autonomica pervasivo e limitante il funzionamento dell’individuo.
Dei disturbi classificati nel DSM V nel capitolo sui disturbi d’ansia fanno parte il disturbo d’ansia da separazione, il mutismo selettivo, l’agorafobia, l’ipocondria, le fobie specifiche, il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo di panico, la fobia sociale, il disturbo d’ansia indotto da sostanze ed il disturbo d’ansia causato da una condizione medica generale.
Detto ciò, l’ansia non è soltanto un elemento essenziale e peculiare dei disturbi d’ansia.
L’ansia rappresenta uno stato emotivo trasversale anche a molte altre problematiche psicologico psichiatriche e organiche: la ritroviamo in tutti i disturbi della personalità, nei disturbi dell’umore, nei disturbi alimentari, nei disturbi psicotici, nei disturbi psicosomatici eccetera.
La psicoterapia cognitivo comportamentale è il trattamento GOLD STANDARD per la cura dei disturbi d’ansia e quello con più studi di efficacia. In base alla problematica riferita, lo psicoterapeuta utilizza i protocolli più adatti alla risoluzione del problema e collabora con il cliente per concordare obiettivi e strategie d’intervento, infatti è sempre importante ricordare che ogni persona ha una sua unicità e caratteristiche diverse da ogni altra.
Bibliografia:
American Psychiatric Association: Diagnostic and statistical manual of mental disorsers (5th edition). Arlington VA: American Psychiatric Publishing, 2013. Edizione italiana: American Psychiatric Association, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina Editori 2014.
C. Perdighe, F. Mancini: Elementi di psicoterapia cognitiva, Fioriti Editore 2010.