Il lutto
Il lutto è un processo fisiologico che avviene dopo la perdita di una persona cara.
Ogni persona è diversa e reagisce in modo differente agli eventi ma in generale nel caso del lutto è possibile individuare alcune fasi comuni. Secondo Bowlby (1980) le fasi del lutto sono quattro.
La prima fase è quella dello stordimento/ incredulità in cui lo shock e l’incredulità per l’accaduto sono espressi con passaggi repentini da sentimenti di intensa rabbia a stati di sofferenza intensi.

La seconda fase è una fase in cui si manifesta il bisogno di ricerca e struggimento per la perdita e la morte della persona casa. In questa fase si alternano momenti in cui la percezione dell’assenza è chiara (fasi in cui prevale il dolore) ad altri momenti in cui il lutto si riattiva e con lui il segnale di allarme. Spesso accade che si chiama ancora il nome della persona amata come se fosse ancora lì con noi e solo poi si realizza l‘impossibilità della situazione. Quindi lueste nuove e rudimentali consapevolezze hanno la caratteristica di essere instabili ed oscillanti e si associano ad emozioni congrue al loro avvicendarsi.
Anche a livello corporeo si manifesteranno i primi segni di “aggiustamento” attraverso una fisiologica disregolazione dell’arousal anch’essa coerente con gli stati mentali esperiti e le emozioni attive in determinati momenti. Nella terza fase, quella di disorganizzazione e disperazione c’è l’elemento definitivo di ricongiungimento con la realtà, questa è la fase di presa di coscienza della perdita, è la fase in cui ci si rende conto che chi ci ha lasciati non tornerà mai più, è la fase della disperazione e del dolore.
In questa fase c’è una caduta dell’arousal verso il basso della finestra di tolleranza sempre coerente con le emozioni e gli stati mentali in atto. Pian piano si arriva alla quarta fase, quella della riorganizzazione che è inevitabilmente legata ad un processo di accettazione rispetto all’accaduto e di elaborazione di nuovi schemi, consapevolezze e stati mentali. Come in tutti i processi di “aggiustamento” e di cambiamento, queste quattro fasi non sono rigide tra loro e possono presentarsi anche attraverso un procedere per arresti e riprese e ritorni alla fase precedente: questo è assolutamente normale e fisiologico e fa parte del processo di adattamento all’evento del lutto. Ci sono però altre circostanze in cui questo processo si blocca e si rimane ancorati ad una delle quattro fasi o rimanendo fermi ad una precisa fase o arrivando alla fine del processo senza essere passati per le fasi precedenti, che quindi non sono state adeguatamente vissute e assimilate.
Sebbene il lutto sia un’esperienza fisiologica con connotazioni non necessariamente traumatiche, talvolta il processo non riesce spontaneamente a risolversi e dunque si creano le condizioni perché la perdita assuma una connotazione patologica: le reazioni continuano ad essere intense, il funzionamento generale è sempre più compromesso ed i pattern di risposta utilizzati sempre più inadeguati e disfunzionali.
Perdere una persona cara non ha delle ripercussioni negative soltanto a livello psicologico, infatti è nella sola ottica di profonda connessione mente-corpo che capiamo perché lo stress ed il dolore legati ad un lutto spesso provocano un abbassamento delle difese immunitarie o l’insorgenza di disturbi psicosomatici. La psicoterapia è un valido aiuto nel caso in cui a seguito della perdita di una persona cara ci si sente bloccati ed in difficoltà a riorganizzare autonomamente la propria vita dopo l’evento.
Bibliografia:
Bowlby J. (1980). Attacchment and Loss: sadness and depression. New York: Basic Books. Traduzione italiana: Attaccamento e perdita. Vol. 3. Torino: Boringhieri, 1983.